L'arte della tostatura
Prima che i chicchi di caffΦ diventino deliziosi ed aromatici sorsi per il nostro palato, devono ancora subire una serie di profonde trasformazioni: torrefazione o tostatura, miscelazione, macinazione e preparazione della bevanda. Seguiamo, dunque, l'avvincente itinerario che permette ai chicchi di arrivare nella tazzina in bevanda calda, fragrante e dal bel colore bruno. Con l'avvento della prima industrializzazione, perfezionatasi sempre pi∙ nel nostro secolo, l'operazione di tostatura considerata "arte sublime" veniva accentrata dalle aziende torrefattrici, le quali nel nostro secolo, attraverso l'installazione di impianti sempre pi∙ moderni, riducono in pochi minuti, tutto il ciclo di tostatura per offrire un prodotto di alto gradimento. In questi impianti i grani crudi vengono introdotti dalle tramogge al cilindro di cottura, rotante sul proprio asse al cui interno il caffΦ Φ continuamente mescolato per cercare di uniformare la tostatura. Protagonista del ciclo rimane ancora il "maestro tostatore", il quale con la sua esperienza e la sua attenzione, prelevando saltuariamente piccoli campioni, confrontandoli ad occhio nudo con il modello della ricetta. I gradi ottimali di tostatura si rilevano fra i 200░ e i 240░ quando i chicchi cominciano a criccare, mentre all'interno si completano una serie di misteriosi procedimenti, non del tutto conosciuti. I mutamenti pi∙ importanti sono i seguenti: attraverso la decomposizione di sostanze, si formano altre sostanze, che danno al caffΦ il suo gusto tipico e fanno sviluppare i principi aromatici, liberando gli oli essenziali, in esso contenuti. Si pensi che particolari analisi di laboratorio hanno permesso di scoprire che il caffΦ tostato contiene pi∙ di trecento aromi diversi. Con la tostatura il caffΦ acquista dal 25% al 35% di volume, mentre il suo peso diminuisce dal 18% al 22% ; i chicchi tostati acquistano maggiore friabilitα e solubilitα in acqua. Quanto alla caffeina, la sua quantitα non subisce variazioni rilevanti, ma essa nei chicchi abbrustoliti si rende pi∙ solubile. Quando la temperatura raggiunge i 220░-230░ occorre ritirare il caffΦ dal calore per farne seguire il raffreddamento, che deve essere rapido e che nei moderni impianti avviene mediante aria forzata, onde le sostanze aromatiche volatili si condensino restando nel chicco, per liberarsi
successivamente con la macinazione e la preparazione della bevanda.
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